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Gioacchino da Fiore
Il "Liber Figurarum"
Il Liber Figurarum è la più bella ed importante opera di teologia figurale e simbolica del Medio Evo. Nelle figure contenute in quest'opera è perfettamente illustrato il complesso ed originale pensiero dell'abate florense, basato sulla teologia trinitaria della storia e sulla esegesi concordistica della Bibbia.
Le riproduzioni sono state tratte dal codice di Reggio Emilia.



Sin dal principio si pose la questione fondamentale del problematico inserimento del"Libro delle Figure" all'interno del canone delle opere autentiche di Gioacchino da Fiore. A prima vista, infatti, non risultava molto facile distinguerlo e separarlo dai numerosi testi spuri messi in circolazione a partire dalla prima metà del secolo XIII, attribuendogliene la paternità. Le albores e le figurae di quella raccolta sarebbero state esemplate da uno stretto di scepolo e collaboratore, a partire dagli ultimi anni della sua vita.
Il "Libro delle Figure" venne radunato, nelle forme a noi conosciute, nel periodo immediatamente successivo alla morte di Gioacchino nel 1202. Di conseguenza, anche se in quelle figurae quasi mai è dato di riscontrare un'esatta e puntuale corrispondenza con uno specifico passo degli scritti gioachimiti autentici, si può dire che esse riflettano con sostanziale fedeltà il pensiero dell'abate florenze.
Il manoscritto del "liber Figurarum" conservato ad Oxford non solo è di parecchi decenni più antico di quello ritrovato a Reggio Emilia, ma proviene verosimilmente dall'officina scrittoria di un monastero calabrese, attiva nelle prime tre decadi del XIII secolo. Una stessa mano sembra infatti avere tracciato i testi annessi alle diverse immagini nel codice oxoniense e le didascalie di un esemplare del Liber concordie Novi et Veteris Testamenti, che una nota di possesso assicura essere stato "Liber Fratum Floris".
In ogni caso, la racolta delle figurae non risulterebbe essere stata progettata come un'opera a sé stante, ma costituiva piuttosto una sorta di supplemento iconografico annesso alle opere maggiori dell'abate florense, allo scopo di riunirvi determinate immagini a compendio del suo complesso sistema di pensiero. Ciò viene suggerito anche dalle caratteristiche codicologiche delle raccolte di Regio Emilia e di Oxford, e in particolare dal formato dei fogli. La genesi delle singole figure, dunque, si è con ogni verosimiglianza dislocata in un arco di tempo anche assai lungo, venendo cioè a coincidere interamente con il ventennio di intensa attività scrittoria di Gioacchino da Fiore al termine della sua vita. Di conseguenza nella loro rielaborazione arriva ad essere rispecchiata, in amniera più o meno diretta, anche la prograssiva evoluzione della sua riflessione esegetica e teologica.


I testi sono tratti da: "Gioacchino Abate di Fiore"
Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, Edizioni Pubblisfera 1998.

Gioacchino Greco
Giuseppe Marinaro
Gioacchino da Fiore
La Vita
Gioacchino da Fiore e Dante Alighieri
Il Gioachimismo
Il testamento
Principali Opere
Lo straripamento
La guarigione di un malato
La Lampada
Il cieco
Liber Figurarum
Le Tavole
Tavola II
Tavola V
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