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                            La leggenda del Brigante.
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                          Il brigante giunto nella località Trivillo, ora Carmine, 
                          ecco che, in un roveto, egli vide una luce sfolgorante... 
                          Si appiattò dietro un cespuglio, e, dopo avere atteso 
                          per un bel po' di tempo senza avere udito nulla, sparò 
                          in direzione della misteriosa luce, che si spense per 
                          riaccendersi subito. Impressionato da un fatto così 
                          strano, sparò altri colpi ancora verso la medesima direzione; 
                          se non che, con sua sempre crescente meraviglia, non 
                          soltanto non udì alcun lamento, ma vide che la luce 
                          continuava ad ardere vivida, abbagliante ed intensa. 
                          Cercò di avvicinarsi di soppiatto; ma, quando fu a pochi 
                          passi dal cespuglio, la luce si spense. Insospettito, 
                          si ritrasse indietro, credendosi vittima di una vera 
                          e propria allucinazione, senza però distaccare gli occhi 
                          dal roveto; ma con terrore vide nuovamente la luce accesa.
 
                            Allora 
                          tremò e cadde in ginocchio e quella bocca avvezza a 
                          vilipendere la Divinità si aprì per invocare il nome 
                          di Dio e la Sua protezione. Carponi, toltosi reverentemente 
                          il cappello, si avvicinò al roveto senza alcuna paura 
                          alcuna, ed in esso scorse quello che oggi i fedeli chiamano 
                          Quadro Divino e cioè un grande quadro raffigurante 
                          l'effige di Maria SS. del Monte Carmelo. Il popolo addita 
                          e riconosce il buco prodotto dal primo colpo sparato. 
                          Umile confuso e pentito, l'uomo baciò ripetutamente 
                          l'immagine miracolosa, accanto ad essa trascorse tutta 
                          la notte e poi all'alba, di quella lietemente caricato, 
                          mosse alla volta del paese. 
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                              | Il 
                                Quadro Divino. |  Si immagini la sorpresa di tutto il popolo e specialmente 
                          del Curato, quando videro il brigante armato fino ai 
                          denti e con un grande quadro sulle spalle, tranquillamente 
                          camminnare per le vie del paese. Gli si accalcò lentamente 
                          intorno la folla, che lo sospinse fino alla porta di 
                          San Michele Argcangelo. La porta si aprì da sè: il quadro 
                          fu posto sull'Altare, e per tutto il giorno fu festa.
 Ma il mattino seguente il Quadro sparì; lo videro e 
                          rritrovarono nel roveto da dove il brigante l'aveva 
                          trasportato. Il popolo allora intuì che la Vergine, 
                          proprio nel luogo della sua apparizione, voleva culto 
                          e onori, e in breve sorse una nobile gara tra i briganti 
                          e il popolo a chi raccogliesse più fondi per la costruzione 
                          di una chiesa. E fu così che sorse la chiesa della Madonna 
                          del Carmine."
 
 
 
 
  
							tratto da: Salvatore Scalise "Leggende della vecchia Calabria" in La Tributina, Roma 4 Agosto 1934 |