L'infinita
malincania di un amore perso
Un giovane finisce in depressione a
causa di una donna.
Un intreccio attorno alla bella Francesca
Tutto il gelo del mondo, il freddo delle anime
solitarie, l’infinita malinconia dei sogni
infranti, delle speranze perdute, della gioventù
bruciata ad inseguire un sogno pazzo, impossibile
ad avverarsi, folle di ardore e di carisma.
La bellezza che rende soli, che allontana e
non permette di conoscere, che lascia dietro
di sé una scia di incomprensione, e malinconia
e sospetto. Il vuoto di un tempo perduto, di
una fredda stagione di speranza, che ha fatto
da intermezzo tra lo ieri e l’oggi, che
non è mai come ci saremmo aspettati che
fosse. Infinitamente triste, decisamente poetico
e sentimentale, la trama di questo libro ruota
intorno ai suoi personaggi, come se essi, affannosamente,
cercassero aria per respirare.
…
Giovanni, unica figura di tratti leggermente
più positivi, medico, sognatore, anche
lui con un passato da attivista politica, conosce
Francesca e, se ne innamora corrisposto, dando
vita ad n sentimento che sembra sciogliere la
nebbia di una città cupa ed allucinante.
Francesca, a tratti appare, con la sua gioventù
disarmante, come l’unico raggio di sole
che sfonda questo fiume di pioggia ininterrotta,
riesce a penetrare anche il mutismo ossessivo
di Miscèl, ed a riportarlo alla sua solitaria
realtà.
…
“Noi siamo dei privilegiati: siamo
stati testimoni di un tempo irripetibile, abbiamo
covato sentimenti grandi, per questo oggi viviamo
un disagio che ci consuma per questo mondo che
ci schiaccia addosso le sue menzogne ed il suo
egoismo, forse perché siamo incapaci
di rinunciare ai pensieri che prendevano tutta
la nostra vita… ma la vita continua….
Bisogna non fermarsi, camminare con il tempo,
ma ricordare che i fiori di maggio saranno sempre
rossi!”
tratto da
“L’Eco della stampa” 1/04/2000
di Federica Flocco
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