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Una fredda stagione di speranza

“Una fredda stagione di speranza” di Salvatore Piccoli
Quando la pioggia anticipa il domani


L’acqua è il simbolo della vita, ed anche la rappresentazione del rinnovamento della vita stessa.
Nel libro “Una fredda stagione di speranza” di Salvatore Piccoli (Ed. L’Autore Libri Editore) L’acqua vista nell’espressione della pioggia è il ritmo non solo del racconto presente ma, soprattutto, la cadenza delle stagioni passate, come a voler sottolineare che la presa di coscienza dei protagonisti, pur se tarda, deve attraversare la memoria dei rinnovamenti accaduti fra l’ieri e l’oggi, perché il passato sia passato e il presente possa guardare ad esso con gli occhi di chi ha capito che si può costruire solo il domani perché non ancora avvenuto, usando le esperienza trascorse come supporto di crescita e innalzamento de la vita continua. Questo concetto, nel libro, può essere traslato anche nella figura di Lucia, la quale rappresenta, appunto, il passaggio, con i suoi sogni, le sue illusioni, delusioni, fallimenti e dolori, ma anche con le sue speranze e generosità. E la morte di Lucia è la metafora principale del racconto. E’ il simbolo di un passato che non può continuare a vivere se non nel ricordo, e come tale è suggerito per aprire una via che conduca ad un vivere attivo del presente e del futuro. La su morte è lasciare il posto a Viola che nel romanzo incarna le aspettative e la possibilità del domani, del comunque la vita continua di un altro protagonista: Miscèl.
“Una fredda stagione di speranza” fin dalle prime righe contrappone i tempi fra di loro, a volte unendoli usando il collante della nostalgia, a volte staccandoli con l’analisi disincantata di avvenimenti e fatti. Così, si evince da subito che la bellissima e giovanissima Francesca, torturata dagli sguardi indiscreti che la sua stessa bellezza suscita, anticipa e rappresenta la magica bellezza di un’età di lotta che ai due protagonisti maschili – Giovanni e Miscèl – è appartenuta. E di lei, Giovanni (medico affermato) s’innamora, ed è proprio il tuffo in quegli anni che non gli appartengono più che lo porterà, insieme agli altri, ad analizzarli prima e a distanziarsene poi, per proiettarsi, infine, nel futuro di una quotidianità che da giovane credeva impossibile nella realizzazione della propria vita.

E’ un libro dell’arrendersi alla vita, ma senza il senso della perdita, perché quando la pioggia cade, e la pioggia accompagna tutto il libro, la natura, anche quella umana, deve essere pronta ad accoglierla, perché è il suggerimento del ritrovamento delle stagioni, è il simbolo della vita del domani.


Tratto da “Il Filorosso” 35/2003 di Patrizia Altomare


 
LIBRI

Salvatore Piccoli
Per antiche storie strade, leggende, sogni
Giosafatte brigante di Panettieri
Voci dell'imbrunire
Una fredda stagione di speranza



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